mercoledì 1 gennaio 2014

31 Dicembre 2013

h. 22.30.

Mentre attendevo la mezzanotte mi sono imbattuta piacevolmente negli auguri del blog di Chiara.
Io ve li giro perché sono quelli che mi sono piaciuti di più e che mi hanno emozionato.




"Per il nuovo anno vi auguro di non brindare il 31 dicembre mandandolo a fanculo ‘finalmente-sei-finito-brutto-anno-del-cazzo’, ma di lasciarlo andare, fra 365 giorni, con un po’ di malinconia.

Vi auguro di trovare un pomeriggio da dedicare a qualcosa che vi interessa ma che non sapete fare, senza sentirvi come qualcuno che sta perdendo tempo.

Vi auguro di intestardirvi su quel periodo morto che porta alla realizzazione di un sogno, perché non è vero che l’importante è il primo passo – quello sanno farlo tutti – quelli importanti sono i giorni in mezzo, in cui non succede niente, e in cui vi sentite insieme lontanissimi dal primo passo e anni luce dal traguardo. Quelli di noia, di sconfitta, di frustrazione, in cui sembra che il mostro da sconfiggere per ‘salvare la principessa’ non arriverà mai, perché voi non sarete mai pronti. Vi dico una cosa: sono quei giorni, il mostro.

Vi auguro di viaggiare senza nascondervi dietro la scusa di non poter andare dall’altra parte del mondo. Si può viaggiare anche nella propria città. Si può viaggiare senza muoversi. Il viaggio è qualcosa che si muove dentro, c’è chi resta fermo percorrendo migliaia di chilometri e chi percorre migliaia di chilometri anche restando fermo. Se però riuscite a fare una valigia, è meglio.

Vi auguro di trovare tra la folla quella persona che non avete mai smesso di cercare tra la folla. Di capire che non era così speciale come la mancanza vi aveva fatto credere. Di non aver nemmeno voglia di farla voltare. Di allontanarvi leggeri, come mai vi eravate sentiti prima.

Vi auguro di sentire di nuovo i confini del vostro corpo, compatti e caldi, lucidi di sudore dopo ore di sport intenso. Vi auguro di vedere il vostro fisico cambiare, di sentire che finalmente lo state ricongiungendo con il suo scopo, che non è stare seduto curvo ad una scrivania mentre le chiappe si fanno quadrate e la schiena molle. C’è qualcosa di molto selvatico e ancestrale nel sentire di nuovo il proprio corpo, che fa bene allo spirito, all’umore e al sesso.

Sesso: vi auguro di farne tanto e bene, e fino allo stordimento. Vi auguro di lasciarvi andare su lenzuola bianche sfiniti e fieri del potere che avete tra le gambe. Che è sacro e profano. Che genera godimento e vita, che è motivazione e autocelebrazione, che fa sciogliere l’altro e tira pure i carri di buoi. Ma che ve deve fa’, pure il caffè?

Vi auguro quegli amici a cui potete dire: ‘sto venendo a casa tua’ anche alle due di notte di un lunedì qualsiasi. Quelli che aprono la porta in pigiama senza fare domande e che sanno ascoltare anche le lacrime.

Vi auguro che una persona sconosciuta, senza motivo, vi regali una storia.

Vi auguro di avere una storia da regalare, senza motivo, ad una persona sconosciuta.

Vi auguro di credere in qualcosa. Che sia Dio o Buddha, o la forza del pensiero, ma in realtà la prima cosa in cui dovete credere (pausa ad effetto, suono del gong in lontananza, fruscìo del bambù nel vento) è voi stessi.

Vi auguro di scoprire cosa volete essere, fare, avere. E se non corrisponde a quello che siete, che state facendo o che avete, vi auguro di avere il coraggio di cambiare. Infine, come dice F.Scott Fitzgerald: “I hope you live a life that you’re proud of. If you find that you are not, I hope you have the strenght to start all over again.”

Grazie Chiara. 
Che botta di vita!

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